Grido siculo (Novaro, Michele)

Sheet Music

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Maurizio Benede... (2019/11/3)

Publisher. Info. Milano: F. Lucca, 1848 ca.. Plate n.12673.
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General Information

Work Title Grido siculo
Alternative. Title ossia La Rivoluzione siciliana / Canto Popolare
Composer Novaro, Michele
I-Catalogue NumberI-Cat. No. IMN 7
Key A minor
Year/Date of CompositionY/D of Comp. 1848-50 ca.
Librettist Francesco Dall'Ongaro
Language Italian
Dedication Al mio amato cugino Stefano Canzio
Average DurationAvg. Duration 5 minutes
Composer Time PeriodComp. Period Romantic
Piece Style Romantic
Instrumentation mixed chorus (STB), bells, cannon, side drum, piano
External Links https://www.youtube.com/watch?v=rrpehK3Va38&t=19s

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GRIDO SICULO Dall’Ongaro – Novaro

Vendetta! vendetta! macerie e ruina è fatta Palermo, è fatta Messina; il ferro ed il fuoco ogni angolo invade, son lasse, son sazie le regie masnade a cui non s’accorda né chiede mercé.

Vendetta, vendetta, del perfido re!

Vendetta! vendetta! dal siculo lido al mar di Liguria si spanda quel grido: chi s’offre strumento dell’empio macello non c’è più compagno non c’è più fratello, del titolo d’uomo più degno non è.

Vendetta, vendetta, del perfido re!

Vendetta! vendetta! ripete fremente dall’Alpi allo Stretto l’italica gente; qualunque ha rossore del lungo servaggio, qualunque dal trono patito ha un oltraggio, qualunque dei grandi provata ha la fé.

Vendetta vendetta, del perfido re!

Vendetta! vendetta! da’ re traditori provenner d’Italia le colpe i dolori; vogliamo una testa per mille cadute, pel sangue versato da tante ferite il sangue di quello che sparger lo fé.

Vendetta, vendetta, del perfido re!

La rivolta siciliana contro re Ferdinando II di Borbone ha inizio con le barricate di Palermo il 12 gennaio 1848; un mese dopo il Comitato rivoluzionario respinge la Costituzione che il re ha nel frattempo concesso, rivendicando per l’isola un’ampia autonomia. Gli insorti s’impadroniscono dell’isola, e il 10 luglio offrono la corona di Sicilia al figlio secondogenito di Carlo Alberto. La repressione borbonica, con la progressiva riconquista del territorio, ha inizio i primi di settembre: Messina cade dopo quattro giorni di combattimenti accaniti. Alla fine di aprile del ’49 si arrende Palermo e cessano le ultime resistenze. E’ a questo periodo – dal settembre ’48 all’aprile ’49 – che fa riferimento quest’ inno di Francesco Dall’Ongaro

Ognuna delle quattro strofe è costituita da dieci senari, l’ultimo dei quali è sempre tronco; segue una ripresa di due senari, il secondo dei quali è tronco; i versi tronchi rimano tutti fra loro. Rimano fra loro anche, a coppie, i versi 2 e 4, 6 e 8 di ogni strofa. Nell’ultima strofa, fra i versi 6 e 8, la rima è sostituita da una consonanza.

Ruina: rovina. A cui non s’accorda né chiede mercè: a chi non si arrende e non chiede pietà. Chi s’offre strumento: chi è disposto a compiere. Qualunque ha rossore: chiunque prova vergogna. Dei grandi provata ha la fé: ha constatato l’inaffidabilità dei sovrani. Vogliamo una testa per mille cadute: vogliamo la morte di un sovrano, per riscattarne mille da lui provocate.